Suore dell'Immacolata

“Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi … ” (Cesare Pavese)

Lettera di un'Insegnante

Mie carissime Suore dell’Immacolata,

questo è, insieme, un saluto e un ringraziamento per tutto quello che mi avete dato durante
questi anni meravigliosi, in cui ho avuto la fortuna di far parte del vostro amato mondo
immacolatino, sia come alunna, sia come insegnante, una vita intera spesa con gioia per
l’insegnamento e l’educazione dei giovani, durante la quale sono stata formata, circondata e
affascinata dal Carisma di Sant’ Agostino Roscelli, che Voi mi avete sempre dispensato a
profusione.

Mi sentirei di citare ad uno ad uno tutti i nomi delle “Suor Maria … ” che ho pronunciato da
bambina, da adolescente, da docente. Tante di Voi sono ritornate nella pace dei Signore, molte
contribuiscono ancora attivamente, con le opere e la preghiera, al bene della Congregazione. Tutte
mi sono rimaste nel cuore, di tutte ho un ricordo riconoscente e pieno di affetto.

Come sono entrata, per la prima volta, nella Vostra Casa? Quale è stato l’incontro che avrebbe
dato vita ad un rapporto, per me, così importante? Avevo tre anni, e mi trovavo nell’ Aula Magna di
Piazza Paolo da Novi per assistere alia Recita di mia cugina, che frequentava le Elementari. Per
l’importante avvenimento (la prima recita della prima nipote!) era presente tutto il parentado,
nonni compresi. Ad un certo punto, mi si avvicina una Suora sorridente, che mi fa una carezza e
mi dice: “Ecco qua una nuova Queirazzina! Naturalmente dovrai essere nostra alunna !”. Quel
giorno anche i nonni, che abitavano in via Volturno, avevano fatto opera di convincimento con
papa perché mi iscrivesse … anche la loro figlia (mia zia) aveva frequentato con gioia la Scuola di
cucito annessa all’Istituto. Detto e fatto, a Ottobre ero all’ Asilo! Dal primo piano sono quindi
passata al secondo, quello delle Elementari, e quindi al terzo, alle Medie. Sarei salita anche al
quarto, e cioè al Liceo, se non avessi avuto una certa repulsione per la matematica, per cui (parole
dei miei genitori): ” Se non ti va il Liceo, andrai all’Istituto Magistrale , va bene lo stesso,
l’importante è che tu sia dalle Suore!”. Ed eccomi in via Padre Semeria, quattro anni meravigliosi e
indimenticabili, uno dei periodi più felici della mia vita!

Poi, durante la parentesi universitaria, il ritorno da Voi come ospite, addirittura a Roma, in via
Monza, dove ho avviato le basi della mia Tesi di Laurea. AI giorno mi dividevo tra la Biblioteca
Vaticana e quella della “De Propaganda Fide”, mentre la sera mi deliziavo con la simpatia delle
ragazze del Collegio, in un ambiente amato e fortunatamente ritrovato.

Dopo la Laurea, ancora inesperta di insegnamento e di didattica, ma con tanta voglia di fare e di
imparare, sono stata assunta in via Padre Semeria e poi anche al Liceo, in Piazza Paolo da Novi.
Quello era il mio mondo, la strada da seguire: ero certa di trovarmi nell’ambiente giusto con le
persone giuste … da quel momento è nato un rapporto di grande stima e collaborazione. II dire:

“Insegno dalle Suore dell’Immacolata, dove ho anche studiato … ” mi riempiva di orgoglio.

Quanto tempo è passato! Più che il numero degli anni trascorsi mi piace ricordare gli attimi, quei
lampi di luce che sono il sale della vita, che rallegrano, che consolano. che danno conforto! Si può
benissimo non avere più in mente un nome 0 una data, ma è impossibile scordare una sensazione,
un’emozione che, per un istante, ci ha reso felici, soddisfatti, in armonia con noi stessi e con gli
altri! Attimi… quante fotografie in fondo al mio cassetto! Tutti vissuti pienamente, respirati con
piacere, assaporati con gusto … la mia Prima Comunione, le gite, le recite, le Feste della Famiglia, le
Feste in piazza, I’ Associazione ex Alunni, gli anniversari e le celebrazioni, la Beatificazione e la
Canonizzazione di Don Roscelli, i momenti di meditazione, gli esercizi spirituali, le veglie di
preghiera … oltre, naturalmente, alle gioie dell’apprendimento e dell’insegnamento …. con uno
stato d’animo sempre pieno di emozioni positive, serene, luminose!

Ciò che mi ha fornito la spinta per cercare di dare il massimo delle mie possibilità è stato il vostro
valorizzare il mio operato, iI farmi sentire utile all’opera educativa della Scuola, il considerarmi
__ parte della Vostra Famiglia.

Di tale Famiglia non voglio pronunciare nessun nome in particolare, perché mi sentirei in debito
con le escluse, anche se non volontariamente. Ho già detto, però, che tutte siete e rimarrete
sempre nel mio cuore.

Nelle più umili ho riconosciuto l’immagine del povero Prete di Bargone”, che con tanta semplicità
si è abbandonato nelle braccia del Signore per assecondarne i fini: quanto ho imparato da loro,
quanto ho apprezzato il loro candore, la dedizione assoluta, il trasporto che mettevano nelle
incombenze quotidiane in sacrestia, in portineria, in cucina … Nelle più titolate ho riconosciuto
l’immagine dell’ illuminato Fondatore, che ha offerto le sue notevoli capacità per il raggiungimento
di un obiettivo altissimo e santo: esse mi hanno insegnato la coerenza, la serietà di intenti, la
costanza e la tenacia. Aspetti e comportamenti diversi di un’unica, grande realtà, che si riassume
nella parola AMORE. Per il Signore, per la Vergine Immacolata, per il prossimo.

Grazie per avermi donato tutto questo, grazie per aver contribuito a rendermi migliore,
soddisfatta di quello che la vita accanto a Voi mi ha offerto … da quella carezza in Aula Magna in
una giornata di recite fino ad oggi, in cui termina questo mio meraviglioso e affascinante viaggio!

Con tanto affetto, Vostra

                                                    Marina Queirazza

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