Il Dono dell’Amore
Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
La mattina del 2 marzo 2011, il pakistano Shahbaz Bhatti, Ministro per le minoranze, è stato ucciso da un gruppo di uomini armati. Nel suo testamento spirituale egli ha scritto: “Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo solo tredici anni: ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la salvezza del mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo paese islamico. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita”.
Noi ti lodiamo, Padre santo, perché molte volte, per mezzo dei profeti, hai insegnato a sperare nella tua salvezza. Ti lodiamo perché hai tanto amato il mondo da mandare a noi il tuo Figlio unigenito. Per attuare il tuo disegno di redenzione, egli ha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana. Ai poveri annunziò il Vangelo di salvezza, la libertà ai prigionieri, agli afflitti la gioia. (Cfr Messale Romano, Preghiera eucaristica IV)
“O Figlio mio di stirpe divina, sei trascinato dalle mani di questi geni malvagi e lo sopporti; sei venuto a metterti nelle catene e volontariamente ti lasci condurre da loro, tu che sei il liberatore dalle catene del genere umano incatenato! (…) Come sono distrutta! Dimmi, dimmi una parola, Parola di Dio Padre, non passare oltre in silenzio, dinanzi alla tua serva divenuta tua Madre” (Gregorio di Nazianzo, La passione di Cristo, 445-460).
O Gesù, il dramma che Tu affronti insieme con tua Madre per una viuzza di Gerusalemme, ci fa pensare ai tanti drammi familiari presenti nel mondo. Ce ne sono per tutti: madri, padri, figli, nonne e nonni. È facile giudicare, ma più importante è metterci nei panni degli altri e aiutarli fin dove ci è possibile. Cercheremo di farlo.
Tra la folla ci sono molte donne. La gentilezza sospinge qualcuna di loro ad avvicinarsi per asciugarmi il volto. Questo gesto fa riemergere nei miei pensieri diversi incontri. Uno risale a una settimana fa. Ho cenato, per amicizia, a Betania, ospite di Marta, Maria e Lazzaro. Maria mi ha cosparso i piedi di olio profumato di vero nardo. Le ho detto, con sua sorpresa, di conservarlo per la mia sepoltura (cfr Gv 12, 1-7).
VII STAZIONE Gesù cade per la seconda volta “Non stare lontano da me” (Sal 21, 12a)
Dal Vangelo secondo Matteo (26, 36-39 passim) Gesù andò in un podere, chiamato Getsemani … a pregare. Prese con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!» Dal Vangelo secondo Luca (22, 43-44)
Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra.
Sentimenti e pensieri di Gesù
La fatica non è soltanto fisica. C’è qualcosa di più profondo con cui devo fare i conti. Ieri sera ho pregato a lungo il Padre, prostrato a terra. Il mio sudore era simile a gocce di sangue. Ero ormai dentro l’agonia. Sto condividendo l’esperienza suprema e difficile di ogni essere umano vicino alla morte.
Grazie, Padre mio, di aver mandato in quel momento un angelo dal cielo a consolarmi!
La nostra risonanza
Gesù, quanta tristezza nell’abisso di molte anime, ferite dalla solitudine, l’abbandono, l’indifferenza, la malattia, la morte di una persona cara!
Incommensurabile è poi la sofferenza di coloro che sono dentro ad avvenimenti crudeli, a parole di odio e falsità; o che incontrano cuori di pietra che provocano lacrime e conducono alla disperazione.
Il cuore dell’uomo – il cuore di tutti noi – attende ben altro: la custodia dell’amore. Lo insegni Tu, o Gesù, a noi e a tutti gli uomini di buona volontà: Amatevi gli uni gli altri come Io ho amato voi (cfr Gv 13, 34).
Preghiamo Cuore mio, custodisci e consola! Apriti, cuore mio. Sii largo come il cuore di Dio. Apriti per portare speranza. Apriti per prenderti cura. Apriti per ascoltare. Apriti per mettere unguento sulle ferite. Apriti per donare luce a chi è nelle tenebre. Custodisci e consola oggi, domani e sempre.
VIII STAZIONE Gesù incontra le donne di Gerusalemme “Voi siete il sale della terra. … Voi siete la luce del mondo” (Mt 5, 13. 14)
Dal Vangelo secondo Luca (23, 27-28)
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli».
Sentimenti e pensieri di Gesù
È di pochi giorni fa il mio ingresso in Gerusalemme. Una piccola folla di discepoli mi ha fatto festa. Mi ha pure acclamato dicendo: “Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore” (Lc19, 38). Nella sua semplicità, quel momento è stato solenne. Eppure i farisei hanno mostrato di non gradire. La festa non mi ha impedito le lacrime provocate dalla vista della città (cfr Lc 19, 41). Ora, mentre vado faticosamente verso il Golgota, risuonano voci di donne che fanno lamento su di me e si battono il petto.
La nostra risonanza
Forse anche oggi, Gesù, vedendo le nostre città, puoi avere motivo per piangere. Anche noi possiamo essere ciechi nei tuoi confronti, senza comprensione della via di pace da te indicata (cfr Lc19, 41).
Ma ora avvertiamo come tua chiamata quella che hai espresso nel Discorso della Montagna: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”. E poi quanto hai detto ai tuoi discepoli: “Voi siete il sale della terra … Voi siete la luce del mondo … Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5, 8-9. 13. 14. 16).
Preghiamo Nella luce della Gerusalemme del Cielo Signore Dio, ci hai chiamati alla Gerusalemme del Cielo, che è la tenda di Dio con gli uomini. Ci hai promesso che là verrà asciugata ogni lacrima dai nostri occhi. Non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno. Tu sarai il nostro Dio e noi il tuo popolo (cfr Ap 21, 4; Is 25, 6-9). Custodisci in noi la speranza che, dopo il tempo faticoso della semina nelle lacrime, arriva quello gioioso della mietitura (cfr Sal 126, 5).
IX STAZIONE Gesù cade per la terza volta Il ‘viaggio’ di Gesù
Dal Vangelo secondo Giovanni (16, 28) Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre.
Sentimenti e pensieri di Gesù
Il mio viaggio terreno sta per finire. Quando sono nato mia Madre mi ha deposto in una mangiatoia (cfr Lc 2, 7). Ho trascorso quasi tutta la mia vita a Nazaret. Mi sono immerso nella storia del popolo eletto.
Come inviato itinerante del Padre, ho annunciato la larghezza del suo amore, che non dimentica nessuno; la lunghezza del suo amore, fedele attraverso tutte le generazioni; l’altezza del suo amore, speranza che vince anche la morte (cfr Ef 3, 18-19; Col 1, 27; 1 Tm 1, 1; Eb 6, 18-20); e la profondità del suo amore, che mi ha inviato non per i giusti, ma per i peccatori (cfr Mc 2, 17).
Molti mi hanno ascoltato e seguito, diventando miei discepoli; altri non mi hanno capito. Alcuni poi mi hanno combattuto e infine condannato. Ma in questo momento sono chiamato, più che mai, a rivelare l’amore di Dio per l’uomo (cfr Gv 13, 1).
La nostra risonanza
Gesù, di fronte all’amore tuo e del Padre ci domandiamo se non stiamo rischiando di lasciarci ammaliare dal mondo per il quale la tua passione e morte è “stoltezza e scandalo”, mentre è “potenza e sapienza di Dio”? (cfr 1 Cor 1, 23-24). Non siamo forse dei cristiani tiepidi, mentre il tuo amore è un mistero di fuoco?
Ci rendiamo conto che, prima che Dio venisse tra noi, non sapevamo chi mai fosse Dio? Quando Tu, Figlio unigenito, sei giunto, Dio, che ci aveva plasmato secondo la sua immagine, ci ha permesso di alzare lo sguardo verso di Lui e ci ha promesso il Regno dei cieli. Come dunque non ameremo Colui che ci ha amato per primo? (cfr Lettera a Diogneto, VIII, 1; X, 2-3).
Preghiamo “Abbà, Padre” Signore Dio, noi osiamo dire di Te: “Padre nostro”. Pensare noi stessi come figli è un dono meraviglioso di cui ti siamo eternamente grati. Sappiamo, o Padre, di non essere soltanto un granello di polvere nell’universo. Ci hai donato una grande dignità, ci hai chiamati a libertà. Liberaci da ogni forma di schiavitù. Non lasciarci vagare lontano da Te. Custodisci, o Padre, ognuno di noi. Custodisci ogni uomo che abita la terra.
X STAZIONE Gesù spogliato delle vesti La tunicaDal Libro dei Salmi (21, 19) Si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte.
Sentimenti e pensieri di Gesù
Sto in silenzio. Mi sento umiliato da un gesto apparentemente banale. Sono già stato spogliato ore fa. Il mio pensiero va a mia Madre, qui presente. La mia umiliazione è pure la sua. Anche in questo modo viene trafitta la sua anima. A Lei devo la tunica che mi è stata strappata e che è un simbolo del suo amore per me (cfr Mt 27, 35).
La nostra risonanza
La tua tunica, Signore, ci fa meditare su un momento di grazia e insieme su avvenimenti che vìolano la dignità dell’uomo.
La grazia è quella del Battesimo. Al bambino appena diventato cristiano si dice: “Sei diventato nuova creatura e ti sei rivestito di Cristo. Questa veste bianca sia segno della tua nuova dignità: aiutato dalle parole e dall’esempio dei tuoi cari, portala senza macchia per la vita eterna” (Rito del Battesimo dei bambini, Consegna della veste bianca; cfr Gal 3, 27). Qui sta la verità più profonda dell’esistenza umana.
Nello stesso tempo, l’amore con il quale custodisci ogni creatura, ci fa pensare a situazioni tremende: il traffico di esseri umani, la condizione dei bambini-soldato, il lavoro che diventa schiavitù, i ragazzi e gli adolescenti derubati di sé stessi, feriti nella loro intimità, barbaramente profanati.
Tu ci spingi a chiedere umilmente perdono a quanti subiscono questi oltraggi e a pregare perché finalmente si svegli la coscienza di chi ha oscurato il cielo nella vita delle persone. Davanti a Te, o Gesù, rinnoviamo il proposito di “vincere il male con il bene” (cfr Rm 12, 21).
Preghiera Le due vie Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, che non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene (Sal 1, 1-3).
XI STAZIONE Gesù è inchiodato sulla croce La suprema cattedra dell’amore di Dio
Dal vangelo secondo Giovanni (19, 16. 19)
Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. … Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».
Sentimenti e pensieri di Gesù
Mi stanno inchiodando mani e piedi. Le braccia sono allargate. I chiodi penetrano dolorosamente nella mia carne. Sono bloccato nel corpo, ma libero nel cuore, come liberamente sono andato incontro alla mia passione (cfr Messale Romano, Preghiera eucaristica II). Libero perché abitato dall’amore, un amore che vorrebbe includere tutti.
Osservo chi mi sta crocifiggendo. Penso a coloro che glielo hanno comandato: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23, 34). Accanto a me stanno altri due condannati alla crocifissione. Uno di loro mi chiede di ricordarlo quando sarò nel mio regno. Sì, gli dico: “Oggi con me sarai nel Paradiso” (Lc 23, 43).
La nostra risonanza
Ti guardiamo, Gesù, inchiodato alla croce. E sorgono nella nostra coscienza interrogativi impellenti: quando sarà abolita la pena di morte, ancor oggi praticata in numerosi Stati? Quando sarà cancellata ogni forma di tortura e la soppressione violenta di persone innocenti? Il tuo Vangelo è la più salda difesa dell’uomo, di ogni uomo.
Preghiera “Abbi pietà di noi!” Signore Gesù, hai abbracciato la croce per insegnarci a dare la nostra vita per amore; nell’ora della morte hai dato ascolto al ladro pentito. Salvatore innocente, sei stato annoverato tra gli iniqui e, ti sei sottoposto al giudizio dei peccatori. (Liturgia Ambrosiana, Lodi del Venerdì Santo, Acclamazioni a Cristo Signore)
Abbi pietà di noi!
XII STAZIONE Gesù muore sulla croce“ O Cristo, Tu ci sei necessario” (San Paolo VI)
Le parole di Gesù in croce:
Gesù, gridando a gran voce, disse: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27, 46; Mc 15, 34).
Poi, rivolto alla Madre: «Donna, ecco tuo figlio!»; e al discepolo Giovanni: «Ecco tua madre!» (Gv 19, 26. 27).
Disse: «Ho sete!» (Gv 19, 28);
disse: «Tutto è compiuto» (Gv 19, 30);
e infine: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23, 46).
La nostra risonanza
Sulla croce, Gesù, hai pregato. Proprio in questo modo hai vissuto il culmine della tua vocazione e missione.
In quel momento ti sei rivolto a tua Madre e al discepolo Giovanni. Attraverso di loro, ti rivolgevi anche a noi. Siamo stati affidati a tua Madre. Ci hai chiesto di accoglierla nella nostra vita per essere custoditi da Lei come lo eri stato Tu.
Siamo fortemente impressionati dal fatto che, lungo un’agonia durata ore, Tu abbia gridato a gran voce a Dio con le parole del salmo 21, che esprimono le sofferenze, ma anche le speranze del giusto.
L’evangelista Luca ricorda che, poco prima di morire, hai detto: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (23, 46). La risposta del Padre verrà: sarà la tua risurrezione.
Preghiera “Omnia nobis est Christus” (S. Ambrogio) Ci sei necessario, o Cristo, per conoscere il nostro essere e il nostro destino. Ci sei necessario per ritrovare ragioni vere della fraternità fra gli uomini, i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della pace. Ci sei necessario, o grande Paziente dei nostri dolori, per conoscere il senso della sofferenza. Ci sei necessario, o Vincitore della morte, per liberarci dalla disperazione e dalla negazione. Tu ci sei necessario, o Cristo, per imparare l’amore vero e per camminare, nella gioia e nella forza della tua carità, la nostra via faticosa, fino all’incontro finale con Te, amato, atteso, benedetto nei secoli.(G.B. Montini, Lettera pastorale Omnia nobis est Christus, 1955, preghiera finale).
XIII STAZIONE Gesù è deposto dalla croce La via regale per la Chiesa
Dal vangelo secondo Matteo (27, 54-56)
Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, … dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!». Vi erano là anche molte donne … Tra queste c’erano Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.
Gesù è passato da questo mondo al Padre. La sua passione ci dona la grazia di scoprire, all’interno della storia, la passione di Dio per l’uomo. I santi l’hanno ricambiata diventando discepoli e apostoli. A questo siamo chiamati anche noi.
La nostra risonanza
“In Te, Gesù – parola fatta carne – siamo chiamati ad essere la Chiesa della misericordia. In Te – povero per scelta – la Chiesa è chiamata ad essere povera e amica dei poveri. Contemplando il Tuo volto, il nostro non potrà essere diverso dal Tuo. La nostra debolezza sarà forza e vittoria se ripresenterà l’umiltà e la mitezza del nostro Dio”. (Cfr Carlo Maria Martini, Lettera di presentazione del Sinodo 47° della Diocesi di Milano, 1 febbraio 1995: in Parole alla Chiesa, parole alla Città, Bologna 2002, 986-989)
Preghiamo
Estendi, o Padre, a tutta la famiglia umana il regno di giustizia e di pace che hai preparato mediante il tuo Unigenito Figlio, nostro re e salvatore. Così pace vera e dolcissima sarà donata agli uomini; i poveri troveranno giustizia; saranno consolati gli afflitti e tutte le tribù della terra saranno benedette in lui, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. (Liturgia Ambrosiana delle Ore, vol. IV, Tempo Ordinario, II settimana, Vesperi, giovedì)
XIV STAZIONE Gesù viene deposto nel sepolcro Custoditi per sempre
Dal Vangelo secondo Giovanni (19, 38-40)
Dopo questi fatti, Giuseppe di Arimatea … chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodemo … e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura
Sentimenti di due amici di Gesù
Il corpo dei condannati alla crocifissione era giudicato non degno nemmeno della sepoltura. Ma due uomini autorevoli, Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, hanno invece custodito premurosamente il corpo di Gesù.
“Quale fortuna per me e per voi – ci dice Giuseppe d’Arimatea – essere diventati discepoli di Gesù! (cfr Mt 27, 57). Prima me ne stavo nascosto. Ora invece trovo in me un grande coraggio. Ho affrontato persino Pilato per avere il corpo di Gesù (cfr Mt 27, 58). Più che il coraggio, decisivi sono stati l’affetto e la gioia. Sono contento di avere messo a disposizione una tomba nuova, scavata nella roccia (cfr Mt 27, 60). Dico a voi: Amate il nostro Salvatore!”.
Nicodemo potrebbe aggiungere: “Ho vissuto in ore notturne il mio primo incontro con Gesù. Da lui sono stato invitato a rinascere dall’alto (cfr Gv 3, 2-15). Solo piano piano ho compreso quelle sue parole. Ora sono qui per onorare le sue membra. Ho procurato volentieri una mistura di mirra e àloe (cfr Gv 19, 39). Ma la verità è che Egli ha fatto molto di più per me: ha profumato la mia vita!”
Maria parla al nostro cuore
“Giovanni mi è stato vicino. Sotto la croce la mia fede è stata messa a dura prova. Come già avvenne a Betlemme e poi a Nazaret, anche ora silenziosamente medito (cfr Lc 2, 19. 51). Mi fido di Dio. Non è spenta la mia speranza di madre. Fidatevi anche voi! Per voi tutti chiedo la grazia di una fede forte. Per coloro che attraversano giorni bui, la consolazione”.
Preghiamo
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
Dal quotidiano -AVVENIRE-
MEDITAZIONI di S. E. Mons. Renato Corti Vescovo emerito di Novara