Suore dell'Immacolata

La parola si e fatta “carne”

Il Vangelo di Gesù ci ricorda questa bellissima realtà. “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.

Poche espressioni per descrivere una realtà che ancora oggi costa fatica: quello di dar vita alle parole che capiamo possano dare una precisa direzione alla nostra esistenza.
Cristo ci ha lasciato un messaggio unico: per ciascuno di noi è via, verità e vita, sempre se noi lo vogliamo.
E’ importante conoscere il Vangelo di Cristo ma non basta se questo rimane lettera morta. La nostra vita deve testimoniare che abbiamo incontrato Dio e che siamo stati segnati da quell’incontro. Il Vangelo ci viene incontro come una provocazione affascinante, impegnativa, velata di incognite e di speranza.
La nostra personale risposta ha un peso unico nell’orientamento della nostra esistenza.
Maria interpellata dalla Parola di Dio, umilmente, nella consapevolezza dei suoi limiti ma nella fiducia in Colui che si rivolgeva a Lei, ha accettato che la Parola di incarnasse in Lei.
La sua esistenza è cambiata … è diventata la Madre del Signore. Lo stesso accade a chi accoglie l’Evangelo mettendolo in pratica: si trova coinvolto in un’avventura più grande di lui, capace di toccare l’esistenza di tanti fratelli. La risposta è di nostra responsabilità perché Dio si fa conoscere e bussa in mille modi alla porta del nostro cuore.
Beati coloro che accettano di incontrarlo e di incarnarlo.
Sui Vangeli, sulla Bibbia, sulla Parola di Dio sono stati scritti migliaia di commenti e migliaia ne seguiranno. Il commento più bello è la nostra vita ove il Vangelo si fa carne, la speranza è di casa e l’amore motiva ogni parola ed ogni gesto.
Beati coloro che con gioia e serenità accolgono dalle mani di Dio la sua Parola per farne la ragione della loro vita. Vita di solitudine? No, vita d’amore; Maria non fu sola andò da Elisabetta, seguì Giuseppe, servì Gesù, visse coi Dodici.
La Parola incarnata in noi ci permette di costruire relazioni, di creare comunità, di difendere la pace, di testimoniare la gioia. Quest’ultimo elemento prova a noi stessi che abbiamo accolto la Parola e che è diventata vita in noi. Guardate a Maria, avete mai visto una sua raffigurazione col volto corrucciato e duro, scontento e accigliato? Il volto di Maria è un pozzo di speranza perché dentro di Lei ha accolto e si lasciata trasformare dalla provocazione della Vita.
Le esperienze interiori ci trasformano e marcano le nostre azioni.
La nostra vita è diversa se abbiamo incontrato Cristo, se così non fosse … peccato!
Le sofferenze? Abbiamo il coraggio di ripetercelo ancora una volta: la sofferenza fa parte della vita ed è un ottimo modo per misurare in noi stessi quanto la Parola sia penetrata in noi, se ne siamo solo rivestiti o se sia diventata parte della nostra esistenza. La sofferenza dischiude alla nostra mente un mondo che prima ci era precluso, offre uno strumento nuovo di comprensione, riposiziona i valori, le mete, le attese. La sofferenza distrugge e fa piazza pulita di tanti ostacoli e ci pone di fronte alla nostra realtà. La sofferenza o apre a Cristo o ci incanala nella disperazione.
Aprirsi a Cristo comporta uscire da noi per accogliere gli altri, dimenticarci per far spazio agli altri, donarci quotidianamente nella certezza che solo così seguiamo Colui che tutto ha dato per noi.
Non possiamo seguire Gesù e stare con le mani in mano, ripiegati su noi stessi o seguendo mille sciocchezze: la vita è un dono che a nostra volta dobbiamo rendere bello e donare. Perché fermarci, perché scoraggiarci? Apriamoci a Cristo! Sempre ci sono date occasioni per costruire il bene in noi, negli altri ed intorno a noi. Perché non farlo? Ci vuole coraggio forse ma amore sempre. L’amore ci permette di arrivare là dove mai avremmo pensato di giungere. Non lasciamo nulla di intentato può essere che non riesca secondo le nostre attese ma, siamone certi, abbiamo gettato comunque basi nuove su cui qualcuno costruirà proprio grazie a noi.
La vita è breve, breve è il tempo che ci è concesso per lasciare un’impronta su questa Terra, auguro a tutti che questa sia un’impronta evangelica di vero bene. In questo spirito: buon 2008!

Madre Maria Rosangela Sala
Per il Periodico “Preghiera e Azione” –  Dicembre  2007

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