Suore dell'Immacolata

Il Signore viene con me

Vi è nella Visita di Maria a Santa Elisabetta una frase particolare: «A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?» Lc 1,43: èuna frase bellissima con cui Santa Elisabetta esprime tutta la gioia e lameraviglia di scoprirsi importante agli occhi di Maria e degna dei suoisacrifici: per lei infatti si è messa in viaggio, un viaggio lungo e disagevole.
Elisabetta non pensava di meritarsi tanto e la gioia le è sgorgata inaspettata dal cuore, la gioia di essere ricordata da qualcuno.
Ora nell’imminenza del Natale noi possiamo esprimerci nello stesso modo: «A che debbo che il mio Signore venga a me?».
Non si tratta della Madre del Signore ma addirittura di Dio stesso che si presenta a noi come Bambino, un Bimbo che viene per noi, un Dio che si incarna per noi.
Un miracolo d’amore, un gesto sorprendente: Dio si ricorda dell’uomo, sempre!
È veramente un mistero di luce questo Natale che ogni anno ci si ripresenta con coloriture e sfumature diverse, ma sempre con la stessa divina intensità.
Dio si presenta a noi bambino, vuol essere il «Dio con noi», il Dio presente, il Dio accessibile. Non guarda i nostri meriti, e questo ci è di grande consolazione, viene e basta, portando con sé forza e speranze nuove.
Viene a noi perchè la sua grazia possa accendere la nostra vita di luce nuova.
L’annuncio del Natale è un messaggio positivo. Il cristianesimo è un annuncio di speranza grande. Mentre le tenebre avvolgevano il mondo una luce è sorta: Gesù, la Vita stessa è venuta nel mondo.
Diamo spazio e voce alla luce, alla bellezza e alla grandezza di questo evento.
Il Signore, che dà la vita, la dona in abbondanza anche in questo Natale.
Viene per saziare la sete di senso che tormenta i nostri giorni, viene per rendere
tenace la nostra azione generosa verso gli altri, viene per farci scoprire quando
grande, lungo e avventuroso sia il cammino che conduce a Lui, viene per testimoniarci che nulla è impossibile a Lui se siamo pronti ad accogliere quanto di diverso sta disponendo per noi, viene per consegnarsi alle nostre mani e al nostro amore, viene per darci una Madre, viene per ravvivare la nostra speranza con la certezza della sua presenza.
Oggi come ieri ci chiede di »essere sale ed essere luce» ci chiede di credere che anche noi possiamo essere «dono» per gli altri, che anche noi possiamo essere strumento di salvezza e di pace. Cristo si affida a noi, crede in noi, non cerca case, cerca cuori che lo accolgano, lo amino e lo rigenerino in altri cuori.
Gesù Bambino, il senza tetto, si protende a noi come il Bimbo Divino: accogliendolo, accogliamo la salvezza, il Vangelo, il messaggio che può cambiare la nostra vita e l’esistenza di coloro che Dio ha voluto legare a noi.
È un impegno serio ed entusiasmante che si alimenta alla sorgente della Vita che, nel Natale, si ripresenta nuova e promettente.
Ripresentiamoci «nuovi» a Betlemme per accogliere il Salvatore, per affermare che noi apparteniamo a Lui e ringraziare, perché Lui appartiene, per sempre, a noi.
L’augurio è che la gioia del «Maranà tha, Vieni, Signore Gesù» si ripeta e ci accompagni tutti i giorni del nuovo anno.

 Per il Periodico “Preghiera e Azione” –  Dicembre  2006                          Madre M. Rosangela Sala

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