Suore dell'Immacolata

Povertà e libertà

      La povertà non è affatto, come molti credono, una virtù aspra e tenebrosa giacché, se essa non tollera i piaceri e le soddisfazioni del mondo, inonda però l’anima di altri doni soprannaturali, i quali non possono essere paragonati a quelli perduti. Nostro Signore, infatti, ha promesso a coloro che avrebbero lasciato tutto per amor suo il «centuplo già in questa vita» (Mt. 19, 29)
      E ciò per due ragioni: la prima, perché la povertà elimina una serie di sofferenze che le ricchezze recano con sé e la seconda, perché i doni soprannaturali che inondano l’anima svuotata di ciò che è terreno, procurano una serenità che supera infinitamente quella prodotta dalle ricchezze terrene.
      Se ci soffermiamo a considerare le mille inezie in cui si affannano gli uomini ogni giorno a causa del guadagno, delle difficoltà della vita, del pensiero dell’avvenire e dell’incertezza degli affari, immense grazie dovrà rendere a Dio l’anima religiosa che si sente liberata da tutto questo, perché lavora solo per amore e per gli alti ideali, contenta di avere il necessario e sapendo che non le mancherà perché la provvidenza di Dio veglia su di lei.
      Non si deve dimenticare che i beni e i piaceri della terra sono instabili, che la fortuna è capricciosa e che il cuore umano non si sente mai soddisfatto di quello che ha e desidera sempre di aumentare quello che possiede, perché la sete di ricchezze aumenta con esse anziché esseme appagata e in tal modo esse diventano la tortura di chi le possiede.
      Al contrario la povertà comporta, sì, grandi mortificazioni, ma queste si trasformano in motivo di salutare pace interiore. Nulla né alcuno potrà mai rubare l’intima serenità di chi si è spogliato della brama di essere onorato, di avere amicizie, di raccogliere applausi, la stima del mondo, i riguardi sociali, la fama, o qualsiasi altro stimolo all’ambizione, cause principali di amarezze e di inquietudini.
      La pace e la felicità che il ricco cerca nel denaro, la consegue il religioso povero proprio perché ha lasciato il denaro per Gesù Cristo.
                                                                                                                                                                   Sr. M. Matilde