La gratuità è segno di libertà interiore
Dal Vangelo secondo Luca 17,7-10 In quel tempo, Gesù disse: “Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu?
“Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.
Una simile considerazione nella maggior parte dei casi è causa di depressione. Nessuno ama sentirsi inutile, men che meno essere privato dalla gratitudine degli altri specie dopo che si è fatto molto. Ho conosciuto molte persone ferite dall’ingratitudine, e la cosa diventa più drammatica quando le persone ferite sono uomini e donne che hanno scelto di servire con tutta la loro vita il Vangelo. In alcuni casi si ritrovano ignorati, messi da parte, privati di ogni gratitudine per tutto quello che hanno tentato di fare, e ciò li riempie di dolore e amarezza indicibile.
Faccio questa premessa perché è bene dire che c’è gente che soffre seriamente a causa dell’ingratitudine. Ma Gesù fa leva su una cosa più grande che è l’amore. Chi ama veramente non cerca nulla, nemmeno la gratitudine. Chi ama è contento di amare e ciò già gli riempie il cuore. Chi riesce a vivere così assomiglia molto al modo di amare di Dio perché Egli ama senza ricercare nessuna visibilità. Egli ama e basta.
San Paolo ha un’espressione significativa riguardo a questo: “Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5,8). È un po’ come dire che Gesù è morto senza che nessuno di noi lo meritasse, e senza che nessuno lo ringraziasse per questo. La gratuità è segno di libertà interiore. Dobbiamo chiedere al Signore di imparare ad amare così e sentiremo crescere in noi una grande gioia. Anzi, più il nostro amore sarà inutile (senza un utile, gratuito) più sentiremo di essere felici. È lo strano sintomo di chi ama da Dio.